40 Acri di sudore e felicità.
Giuseppe Davide Canepa. Storia di un chivarese in California.

Testo di Stefano Lanza

Leivi, 24 Agosto1896 – Linden, California 20 Luglio 1978

Nasce come contadino, lavora sin dalla prima adolescenza, servizio militare durante la I Guerra Mondiale, emigrazione verso la California, risparmi e   acquisto di un terreno, rispetto delle regole del paese di adozione, studio dell’inglese, matrimonio con una conterranea della Val Fontanabuona, nascita delle figlie, integrazione sociale e sicurezza economica sono le cifre che hanno caratterizzato la vita di Giuseppe Davide Canepa negli Stati Uniti.

Giuseppe Davide Canepa nasce il 24 Agosto 1896 a Leivi, vicino a Chiavari, ove si reca a lavorare fin da adolescente. Allo scoppio della I Guerra Mondiale presta il servizio militare come tecnico costruendo gallerie e ponti.
Assieme al suo amico Michele Graffigna, il quale ha come riferimento negli Stati Uniti un fratello a Lodi, California, il quale  era  un grande imballatore di frutta, decide di  tentare l’avventura americana; si imbarcano a Genova il 20 Luglio 1920 per giungere a New York il 3 Agosto. 
Giuseppe Davide va a vivere con suo zio Luigi Cademartori a Linden ed essendo un contadino esperto si dedica alla potatura ed alla coltivazione di filari d’uva a Lodi ed in qualsiasi altro posto in cui fosse necessario il suo lavoro.
Attraverso il duro lavoro, vita morigerata e senso ligure per il risparmio, nel 1925, Giuseppe Davide e Michele riescono a mettere da parte abbastanza soldi per acquistare 20 acri di terreno a Linden.
Non vi era acqua e così costruiscono un pozzo, portano l’elettricità e costruiscono una casa in legno di piccole dimensioni lungo il margine della strada. Questa aveva una cantina di eguali dimensioni per produrre il vino per se stessi.  Giuseppe Davide e Michele piantano alcuni alberi da frutta, peschi, ciliegi, noci ed anche dei filari. All’inizio per il lavoro dei campi utilizzano dei cavalli ed acquistano  inoltre molte galline per la carne e per le uova. Portano la loro produzione al mercato di Stockton e li trasportano, quando necessario, con un piccolo vecchio furgone.
Michele però si stanca di lavorare così duramente e prende la decisione di tornare in Italia per vivere con la propria famiglia; è allora che Giuseppe acquisìsce l’intera proprietà.
Giuseppe è quindi lasciato da solo, ma, non appena ha risparmiato abbastanza soldi, si compra un’auto, una Chevrolet Coup ed va ad imparare l’inglese alla Scuola Superiore di Stockton al fine di poter ottenere i documenti di cittadinanza americana. Non è certo la buona volontà a mancare, dovendo aggiungere al duro lavoro dei campi il non meno gravoso impegno dello studio.
Là incontra la futura moglie, Caterina Lagomarsino, nata negli Stati Uniti, ritornata da bambina in Italia nella natia Valfontanabuona, vallata alle spalle di Chiavari, e successivamente reemigrata in America.
Si sposano 4 mesi più tardi  nella Chiesa di Santa Gertrude a Stockton.
Luisa Cademartori De Martini è la damigella d’onore di Caterina e Giorgio Mazzera è il testimone di Giuseppe Davide.
Caterina si sente molto sola alla fattoria poiché anche i più prossimi vicini stavano lontano e parlano solamente inglese.
La sua unica compagnia, oltre al marito sempre impegnato con il lavoro, sono, come ci riferisce la figlia Dena, una mamma gatta con i suoi micetti.
Questa donna sopperisce con il lavoro alla propria tristezza; aiuta molto nelle attività agricole, alleva una mucca per il latte, fa il formaggio, prende le uova e si dedica ai lavori domestici.
Evidentemente Giuseppe Davide e Caterina sono stati forgiati dello stesso metallo, la comune provenienza ed il fatto che si fossero trovati due caratteri analoghi facilita il raggiungimento della serenità familiare.
Quando nel 1931 nasce la prima figlia Teresa, Caterina comincia a meglio adattarsi alla vita della fattoria.
Inoltre manda a chiamare dall’Italia sua sorelle Laura Lagomarsino, futura signora Sambado, la quale viene a vivere con Giuseppe Davide e Caterina e è di grande aiuto sia nel lavoro dei campi che nelle attività domestiche.
Emerge chiaramente come i legami familiari siano legati e condizionati alla comune origine ligure, quasi a protezione di se stessi in un paese straniero e come mantenimento delle proprie tradizioni, con i Canepa ed i Lagomarsino della Valfontanabuona ed i Sambado del savonese.
Successivamente la famiglia si allarga: nel 1935 nasce Dena ed in seguito, nel 1941, Delsie.
Nel 1955 Giuseppe acquista  ulteriori 20 acri adiacenti a quelli che già possedeva e vuole impiantare anche lì alberi da frutta, ma una malattia costringe Giuseppe Davide a sradicarli. Senza perdersi di coraggio   ripianta filari, fagioli, pomodori ed altre verdure; dopo un paio di anni è in grado di reimpiantare anche alberi di pesche, ciliegie e noci.
Cerca di ottenere sempre il massimo dal proprio lavoro, cosa che tra l’altro ama fare, e gli alberi ed il terreno lo ricompensano producendo buona verdura e frutta.
All’età di 76 anni affitta la terra, ma non riusce mai completamente ad abbandonarla, continuando ad aiutare a coltivarla non appena può.
Giuseppe fa ritorno a Leivi solo una volta nella vita, nel 1964, accompagnato da Caterina, per rivedere ancora parenti ed amici.
Giuseppe Davide Canepa è  un emigrante che trova negli Stati Uniti, quasi da subito, una propria dimensione lavorativa ed integrazione sociale. Un contadino era in Italia a Leivi, un contadino ha continuato ad essere negli U.S.A.; ma si trattava di una persona che ben era cosciente di cosa rappresentasse il potersi considerare proprietario della terra che si coltiva e che soprattutto capisce l’importanza di avere radicate relazioni  sia con i suoi conterranei che con i cittadini americani.
Il suo microcosmo ha come centro Linden, Contea di San Joaquin, California. Attorno, come satelliti, ruotano Stockton ove frequenta la scuola per imparare l’inglese, incontra la moglie Catherine Lagomarsino e porta i propri raccolti al mercato, Angel’s Camp dove è nata la moglie, Lodi ove esisteva ed esiste il “Club Italiano”, Farmington, località nella quale viveva la famiglia Sanguinetti imparentata con i Lagomarsino. Il mondo della famiglia Canepa – Lagomarsino non necessitava di altri orizzonti, mantiene quasi gli stessi limiti territoriali che si era ritagliata in Italia tra Leivi e San Colombano Certenoli. All’apparenza di una semplicità disarmante, ma pregna ed orgogliosa di una mentalità contadina radicata sul possesso e sull’appartenenza ad una comunità, è stata la risposta data nel questionario dalla Sig.ra Dena Canepa alla domanda: “Avete mai cambiato casa nel corso della vostra vita?” - “No, e per andare dove!”
Giuseppe Davide Canepa muore il 20 Luglio 1978 all’età di 82 anni circondato dagli affetti familiari e dal rispetto dell’intera comunità. 

 

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